Rubriche

Caregivers – Perché nessuno resti solo

F.A.V.O. e la LILT Sezione Lucchese sostengono la distribuzione del libretto “Caregivers – Perché nessuno si senta solo: dieci consigli per chi aiuta il paziente oncologico”.

Questo libretto, illustrato da Sergio Staino, ha lo scopo di aiutare i caregivers a trovare le giuste motivazioni, gli stimoli adeguati ed una serena consapevolezza dell’importanza del sostegno che si fornisce al malato di tumore. Attraverso l’integrazione tra immagini e parole vebgono trasmessi in modo incisivo,chiaro ed immediato dieci essenziali consigli che Domenico Amoroso e Barbara Buralli hanno tratto dalle indicazioni fornite dalla National Family Caregiver Association.

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Sole: prevenire il melanoma ed abbronzarsi in sicurezza

La scorretta esposizione al sole rappresenta un potenziale pericolo perché può danneggiare il DNA delle cellule della pelle ed innescare la trasformazione tumorale. La prevenzione primaria resta quindi un’importante arma nei confronti del melanoma. Alcuni comportamenti, infatti, riducono il rischio di sviluppare tumori della pelle: esporsi moderatamente al sole fin dall’età infantile, usare creme protettive adeguate ed evitare lampade e lettini abbronzanti.

L’esposizione ai raggi solari porta benefici effetti all’organismo: stimola la produzione di vitamina D, migliora il buon umore ed allontana lo stress.

raggi ultravioletti (UV) però hanno anche la capacità di generare radicali liberi, che inducono formazione di rughe,  perdita di elasticità della pelle, alterazioni nei tessuti ed insorgenza di tumori come il melanoma. Proprio quest’ ultimo rischio è maggiore per i bambini più piccoli: diversi studi indicano infatti che le scottature riportate nei primi anni di vita aumenterebbero il rischio di sviluppare il melanoma in età adulta.

Bilanciare rischi e benefici derivanti dal sole è tuttavia possibile, valutando con buon senso tempi e modi di esposizione in base all’età ed al tipo di pelle e proteggendoci sempre in modo adeguato.

Per evitare scottature e danni ancor più gravi, ognuno di noi deve proteggersi in modo diverso dal sole. Colore degli occhi, dei capelli e tipologia d’ incarnato sono le variabili che determinano il nostro fototipo. Esistono sei diversi fototipi: dal tipo 1 al tipo 6. Tanto più il fototipo è altomaggiore sarà il tempo di esposizione solare consentita prima che possano insorgere effetti indesiderati come eritemi ed ustioni. Tuttavia anche chi non si scotta facilmente è bene che eviti una prolungata esposizione al sole,  in quanto non solo contribuisce al precoce invecchiamento della pelle, ma aumenta anche il rischio di sviluppare tumori.

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10 regole per combattere il cancro

Una corretta alimentazione e uno stile di vita sano sono i principi fondamentali per prevenire l’insorgenza di tumori. Ecco 10 semplici regole da seguire ogni giorno:

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Alimentazione per il paziente oncologico

Un’alimentazione corretta e uno stile di vita sano sono fondamentali per le persone in cura per un tumore: nutrirsi in modo corretto aiuta ad affrontare i malesseri provocati dalla malattia e gli effetti collaterali delle cure.

Il dottor Francesco Anichini, dietista della U.O.C. Immunoterapia Oncologica di Siena, ci spiega i principi fondamentali della corretta alimentazione per il paziente oncologico.

“Vorrei introdurre l’argomento relativo ad una corretta alimentazione per le persone in cura per un tumore con un’affermazione che potrebbe a prima vista risultare banale, ma che in realtà non lo è affatto.
L’azione più efficace da intraprendere quando si è colpiti da una condizione cronica, come quella tumorale, è essere determinati a prendersi cura di sé, accettando la malattia e ponendosi al centro delle proprie scelte e del proprio percorso terapeutico.

Quando presento delle indicazioni dietetiche ai miei pazienti, non parlo mai di caloriecalcoli particolaricibi miracolosi o elisir di lunga vita.
Il mio scopo è invece quello di far capire loro che se accettano di curare la propria alimentazione, devono partire dal credere che ottimizzare lo stile di vita possa supportare il trattamento farmacologico, contrastando l’avanzamento della malattia e migliorando la qualità della vita.

Alimentazione e tumori: le risposte alle domande più frequenti

Vista l’importanza di un corretto stile alimentare nella gestione della malattia oncologica, il dottor Francesco Anichini, dietista della U.O.C. Immunoterapia Oncologica di Siena, ha selezionato per noi alcune delle domande che più frequentemente gli vengono poste dai pazienti, fornendo delle risposte quanto più possibile esaurienti ed utili a dissipare gran parte dei dubbi su questo argomento molto dibattuto.

Attività fisica per il paziente oncologico: una guida alla pratica dell’esercizio

Cos’è la ricerca sul cancro

La ricerca oncologica è una delle protagoniste del lavoro quotidiano di medici e ricercatori per sconfiggere il cancro e in essa sono riposte le speranze di migliaia di pazienti.

Cancro: Come affrontare la malattia

Oltre alle terapie prescritte dai medici e ai diversi strumenti per curare un tumore, ci sono molti aspetti di cui tener conto per superare la prova di un cancro, da quelli psicologici ai problemi legati all’età.

Libro Bianco sulla riabilitazione oncologica

Il “Libro Bianco sulla riabilitazione oncologica in Italia” promosso da F.A.V.O., nasce come prodotto del progetto, finanziato dal ministero della Salute, HO CURA (Health Organization of Cancer Units for Rehabilitation), frutto di una sinergia tra molteplici istituti a carattere scientifico (Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, Fondazione “S. Maugeri” di Pavia, IRCCS IRE “Istituto Nazionale Tumori Regina, Elena” di Roma, IRCCS IST “Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro” di Genova), Regioni (Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta e Centro di Riabilitazione Oncologica ASL 10 Firenze), associazioni di volontariato (AILAR, AIMaC, AISTOM, AMOC, ANDOS, ANTEA, AOPI, Gigi Ghirotti, IRENE, NON PIU’ SOLA,  VELA, FINCO), società scientifiche (AIOM, SIMFER , SIPO) e INPS e comprende il primo censimento sulle strutture esistenti e propone un’analisi a più voci sui risvolti medici, psicologici, sociali, economici della riabilitazione oncologica.

Non si tratta di un trattato a scopo didattico, bensì di uno studio per richiamare l’attenzione, sulla necessità di percorsi riabilitativi fin dal momento della diagnosi, dei malati e degli operatori sanitari, ma, soprattutto, di chi ha il compito di pianificare e progettare la sanità futura. E’ uno strumento sintetico che vuole servire da base e stimolo per la discussione e il confronto.

L’Immunoterapia dei tumori

L’immunoterapia attiva le difese naturali del corpo – il sistema immunitario-contro tutti i tipi di malattie, incluso il cancro. L’immunoterapia oncologica è de- finita anche immuno-oncologia, si affianca alle terapie tradizionali-chirurgia, radioterapia e chemioterapia – e contrasta la malattia attraverso la stimolazione del sistema immunitario. Se un batterio, o un virus invadono l’organismo, il sistema immunitario si attiva per espellere il corpo estraneo e, una volta esaurito il suo compito, si ‘spegne’. Nel cancro, le cellule maligne possono evadere attraverso vari meccanismi il controllo immunitario, ‘inibendo’ la risposta immune anti-tumorale e continuando quindi a replicarsi. Con l’immunoterapia è pertanto possibile bloccare i meccanismi che portano alla disattivazione del sistema immunitario potenziando la risposta immunitaria contro il tumore. L’immunoterapia oncologica agisce prevalentemente sui linfociti, modificandone o influenzandone la funzione nel sistema immunitario. Tra le cellule che compongono il sistema immune possiamo distinguere, i linfociti T, (Tkiller, Thelper, Treg, Tmemory), le cellule B, che producono anticorpi, e le cellule natural killer (NK). Le cellule T non agiscono da sole ma, insieme alle altre cellule del sistema immune e possono modulare la risposta immunitaria al tumore.

I checkpoint immunitari

Le sostanze che provocano una risposta immunitaria sono chiamate antigeni. L’impiego di anticorpi monoclonali umanizzati in grado di bloccare l’azione di questi antigeni con funzione inibitoria ha permesso di stimolare il sistema immunitario “addormentato” dal tumore con sorprendenti e inaspettati risultati clinici. Il grande vantaggio di questo approccio è che potrebbe non richiedere una terapia specifica per ogni singolo tumore, ma attraverso la stimolazione di un’attività di regolazione immunologica già presente in ogni individuo indurrebbe l’inibizione della crescita tumorale.
L’elemento chiave è stato quindi la scoperta dei checkpoint inhibitors, molecole coinvolte nei meccanismi che permettono al tumore di evadere il controllo del sistema immunitario. Queste molecole possono diventare bersaglio di anticorpi monoclonali che, inibendo i checkpoint, riattivano la risposta immunitaria anti tumorale. Obiettivo delle terapie immuno-oncologiche è quello di attivare il sistema immunitario inducendo l’aumento e l’attivazione delle cellule T (o linfociti T), che a loro volta identificano e distruggono le cellule tumorali e riescono a prevenire la diffusione del tumore.

Il tempo di latenza

Un farmaco immuno-oncologico non genera risultati visibili nell’immediato, poi- ché non colpisce direttamente le cellule tumorali, ma attiva il sistema immunitario per ottenere la risposta desiderata. Il reale beneficio clinico non deve quindi essere valutato nei tempi e con le metodiche standard della terapia oncologica “classica”. È infatti possibile notare un iniziale aumento della massa tumorale (pseudo progressione), seguito solo in un secondo tempo dalla sua riduzione. In generale, possono trascorrere diverse settimane perché si possa evidenziare radiologicamente una risposta. Un’altra differenza importante rispetto alle terapie “classiche” quali la chemioterapia e la terapia a bersaglio molecolare è che, col tempo, esse ultime possono selezionare ceppi di cellule tumorali resistenti al trattamento, con conseguente rapida evoluzione della neoplasia. Nel caso dell’immunoterapia, che non agisce direttamente sulla cellula tumorale ma sul sistema immunitario, avviene che tale selezione tende ad essere meno marcata e, anche quando la malattia progredisce, l’evoluzione tende in genere ad essere più lenta.

Gli effetti collaterali

Gli eventi avversi riscontrati nei pazienti trattati con farmaci immuno-oncologici sono coerenti con il meccanismo d’azione e paragonabili a quelli di pazienti affetti da malattie autoimmuni, poiché derivano da un’iperstimolazione del sistema immunitario. I più frequenti sono a carico del sistema gastroenterico, endocrino, del fegato e della cute. La gestione degli effetti indesiderati deve quindi differenziarsi da quella degli altri trattamenti oncologici e richiede principalmente l’utilizzo di farmaci immunosoppressori, con i corticosteroidi in prima linea. Nei casi più gravi si può invece fare ricorso ad immunosoppressori più potenti. In ogni caso, se identificati in tempi brevi e gestiti in maniera appropriata, gli effetti collaterali sono generalmente minori (sia come grado che in percentuale) rispetto ai trattamenti “classici”. L’altro aspetto fondamentale, legato al meccanismo d’azione dei farmaci immunoterapici, riguarda il tempo di insorgenza degli eventi avversi. Nel caso dei chemioterapici possono insorgere anche dopo poche ore o giorni, mentre per i farmaci immuno-oncologici la latenza può essere decisamente più lunga e possono trascorrere anche diverse settimane dall’inizio della terapia prima che si verifichino eventi avversi.

ImmunOncologia: come funziona

Agire sul sistema immunitario per modificare l’ambiente dove cresce il tumore e combatterlo: è questa la strategia dell’immunoterapia.

L’obiettivo dell’immunoterapia è quello di combattere il tumore stimolando dall’esterno il sistema immunitario, che è il naturale sistema di difesa del nostro organismo.

Le cellule che appartengono al sistema immunitario in genere si attivano contro ciò che riconoscono come estraneo, ad esempio le cellule infette e le cellule tumorali, con lo scopo di eliminarlo. Tuttavia, nel caso dei tumori, le cellule mutate adottano stratagemmi per ingannare questo sistema di controllo da parte del sistema immunitario. Eludendo i meccanismi di riconoscimento da parte del sistema immunitario, le cellule neoplastiche aumentano di numero, modificano le loro caratteristiche e acquisiscono la capacità di invadere siti del nostro organismo a distanza rispetto all’organo di origine del tumore primitivo.

L’immunoterapia si è dimostrata in grado di bloccare questo meccanismo di mascheramento delle cellule tumorali e quindi il sistema immunitario, non più ingannato, riesce a combattere il tumore.

Elemento fondamentale nello sviluppo della immunoterapia è stata la scoperta dei cosiddetti checkpoint, le molecole coinvolte nel meccanismo di elusione da parte del tumore nei confronti del controllo immunitario.

farmaci immunoterapici attualmente impiegati nella pratica clinica sono anticorpi monoclonali inibitori di questi checkpoint immunologici. Questi farmaci, togliendo il freno all’attivazione dei linfociti T, sono in grado potenzialmente di riattivare la risposta immunitaria antitumorale.

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